La capacità di astrazione è una delle principali declinazioni del talento visionario
matteo
E’ nato nel 1976 a Cagliari, città nella quale vive e lavora attualmente. Strimpellatore di chitarra e cantautore per pochi intimi, ama la Sociologia, la Musica, la Poesia e ogni declinazione espressiva dell’Arte che sa emozionare. Sin dalla più tenera età è attratto da tutto ciò a cui la Scienza non sa dare risposta e non esce mai di casa senza il suo taccuino in cui cerca di catturare prospettive provenienti da ogni piano dell’esistente.
Nel 2017 ha pubblicato il primo libro di poesie intitolato “Terre Riemerse” (da cui è tratta la biografia) e l’anno successivo “Al Bivio del Tempo”, entrambi editi da Ensemble. Siamo in attesa dell’imminente terzo libro.
“La prossima pubblicazione – anticipa Matteo – dovrebbe veder la luce nel primo trimestre di quest’anno.
Sarà un qualcosa di particolare, un connubio unico nel suo genere e di cui non posso svelare ulteriori dettagli.
Nel 2021, invece e più tradizionalmente, potrebbe uscire una ulteriore silloge, già in stato avanzato”.
Nella poesia “La donna del treno” all’interno della raccolta: “Al Bivio del Tempo” Matteo tratteggia l’immagine femminile come fosse una Dea dai poteri taumaturgici. In ciascuno di noi, a prescindere dal genere che incarniamo in questa esistenza, sono presenti entrambi gli aspetti: il maschile e il femminile ma difficilmente appaiono in equilibrio.
“Neanche tanto curiosamente (la sincronicità, sempre lei!), la sezione odierna dei “ricordi” di Facebook mi ripropone un post pubblicato nel 2013 a proposito di treni e femminilità:
“Si continua ingenuamente a pensare che i binari della sostenibilità possano essere ancora percorsi dedicando qualche fermata ad apporre le toppe a una coperta ormai irrimediabilmente consunta. Sarebbe infatti troppo semplice – e troppo scomodo – far emergere che l’ultimo ed unico paradigma possibile possa fondarsi esclusivamente sul rispetto, la gentilezza, la gratitudine, la solidarietà, la cooperazione e l’affermazione di quella parte femminile insita in ciascuno di noi, uomini e donne. Non sono altro che alcune declinazioni dell’Amore, un’unione di cuori in sincronia che squarceranno il velo per indicare finalmente la via della Verità. Il processo è ormai avviato, incontrovertibile, necessario e contagioso”.
Ecco, più equilibrio tra “Yin e Yang” come unica via per bilanciare ogni eccesso e creare armonia. Aggiungo che la femminilità dovrebbe sostanziarsi nell’affermazione delle sue prerogative uniche e sacre e non già rappresentare un ricalco pedissequo di orme maschili lasciate sul sentiero disastroso finora battuto dall’uomo”.
La donna del treno
Al tuo passaggio
la stazione centrale
andava in deroga al proprio squallore.
Nel caos grigio di automi affannati,
uomini e donne senza età
riprendevano il loro colore.
Eri solita sfilarti un guanto
per indossare il biglietto
come un anello nuziale.
Ti fischiavano dietro, le rotaie,
concedendosi maschie e volgari
pur di rapirti a bordo.
Persino ai piccioni
toccava cambiare livrea,
rei di non essere nati cardinali rossi.
Nell’incantesimo della tua presenza,
si poteva osservare
il tuo solo ammiccare:
un curvare discreto di labbra
da far deragliare
il silenzio ai tuoi ordini.
Era l’eleganza
che ti prendeva le misure,
per cucirsi addosso
il vestito lungo del tuo portamento.
Matteo Maxia


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