ASSAPORARE IL SILENZIO A CONTATTO CON LA NATURA
L’Umbria è davvero una regione meravigliosa che ti rimane nel cuore.
I numerosi paesini arroccati riconducono al periodo mediovale, le distese verdeggianti infondono tranquillità, la buona cucina e l’ospistitalità accogliente degli abitanti, ti fa sentire a casa.
Ma ciò che più mi ha colpito di questa regione sono alcuni luoghi di forte spiritualità.
L’eremo delle Carceri, a circa 4 chilometri da Assisi, è uno di questi.
Appena arrivata ho sentito un giovane frate raccontare, con occhi scintillanti, ad un gruppo di visitatori che proprio in questo eremo San Francesco, visse il suo travagliato cambiamento interiore dopo essere stato incarcerato come progioniero di guerra per uno scontro tra Assisi e Perugia a cui aveva partecipato.
Era il 1202 e il giovane mercante e guerriero Francesco si trovò in questo luogo a scegliere che direzione dare alla sua vita: ritornare all’agio della mondanità come avrebbe voluto il padre o imboccare la strada “stretta” quella non conosciuta, irta di incognite ma più vicina al richiamo forte che sentiva.
In questo giaciglio, a contatto con la roccia che per lui rappresentava Dio, ha vissuto il suo travaglio interiore sino a trovare la direzione.
Il silenzio accompagna il visitatore in questo luogo sacro, sia all’interno che all’esterno, nell’ampio bosco che circonda l’eremo sul monte Subasio.
Qui è stato allestito un altare del Tau, il segno con cui Francesco firmava le lettere e le benedizioni. Il TAU è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e nel libro del Profeta Ezechiele appare come segno di salvezza posto sulla fronte di coloro che sono salvati. La forma ricorda la Croce e San Francesco dipingeva il Tau sempre, anche nella sua cella.
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