Sin dalle scuole elementari era dotata di una spiccata propensione artistica.
Scioglieva le tempere colorate in un piattino di carta che utilizzava come tavolozza e, senza una tecnica particolare, il pennello scivolava sulla tela dando vita soprattutto a dei volti.
Da ragazzina utilizzava le matite colorate per disegnare i vestiti che la mamma, sarta, le realizzava.
E ancora oggi, durante i concerti e gli eventi musicali di cui è protagonista, indossa le sue creazioni.
Una famiglia composta da cinque persone imponeva grande concretezza e pochi voli pindarici così il papà, sotto ufficiale della Marina Militare, l’aveva spronata a iscriversi a Ragioneria anziché al liceo Artistico.
Accantonati per un periodo i talenti e indirizzate le energie nello sport, in particolare nel nuoto, mentre mal digeriva un corso di studi lontano anni luce dai suoi talenti artistici, Sara sentì montare l’insoddisfazione per un futuro professionale nebuloso.
Una sera, durante una pizzata con un cugino a lei molto caro, una fucina per le idee, ricevette il suggerimento di seguire ciò che le piaceva fare.
Quel monito, in apparenza ingenuo, rimase scolpito nel suo cuore e oggi che il cugino ha abbandonato il piano fisico, continua a rappresentare per Sara un prezioso richiamo a non rinunciare mai ai propri sogni.
Nel 2004, mentre ascoltava il musical “Il fantasma dell’opera”, prese coscienza della vocazione per il canto e iniziò a frequentare delle lezioni private per apprendere la tecnica.
L’anno seguente ebbe la possibilità di sperimentare il palco e si esibì al teatro Alfieri di Cagliari proprio nel musical che l’aveva condotta alla scoperta della sua più grande passione. Mentre per la prima volta assaporava l’effetto della sua voce al microfono, capace di accarezzare la platea, ebbe l’opportunità di osservare il suo corpo guidato dall’interpretazione.
La sua mano era sollevata come una consumata cantante ma allo stesso tempo tremava per l’emozione. Quella potente esperienza culminò dietro le quinte in un lungo pianto di gioia; quella stessa sensazione di scopo e di pienezza, ancora oggi l’accompagna ad ogni esibizione. Non c’erano dubbi. Era la strada da percorrere e la sua insegnante, soprano lirico, apprezzate le capacità estensive, la spronò a studiare l’opera.
Alla scuola Civica di Musica di Cagliari apprese canto e solfeggio e poi proseguì la formazione con alcuni maestri privati. Nel 2009 provò ad entrare al Conservatorio ma, nonostante fosse idonea, non raggiunse un punteggio sufficiente per passare la selezione.
La delusione non le fece abbandonare i suoi sogni. Mentre proseguiva il lavoro part time come impiegata, nel 2013 partecipò ad una nuova selezione e la superò.
Nel 2015, all’Auditorium del Conservatorio, nel ruolo di Miss Honey ha partecipato al musical “Piccolo Genio” ispirato all’originale Matilda di Broadway basato sul libro di Roal Dahl: “Mathilde”. L’anno successivo la replica al teatro di Sinnai.
Incoraggiata dal maestro di canto corale del Conservatorio ha presentato diverse serate musicali e di spettacolo. L’ultima a dicembre 2018 all’ammiragliato di Cagliari.
“Assecondando le mie passioni sto maturando le capacità di ascolto. Voglio e posso cantare”.
Sara sente di avere questo dono ed è ferma nell’intenzione di svilupparlo. L’età (47 anni) non può costituire un limite al sogno di una carriera nella musica.
Preferisce tenere aperte tutte le porte: concerti, recital e non esclude l’insegnamento.
Conseguita nel 2020 una laurea triennale in canto lirico è nel pieno svolgimento del biennio di specializzazione.
“Mi sono data una possibilità – prosegue – ora è il momento di tacere e di ascoltare. E’ proprio vero: Il silenzio è sacro”.
“Non sono ancora il soprano che vorrei ma sono sicuramente più cantante di ieri e meno di domani”.
“Se diventerò un’insegnante di canto non sarà per rassegnazione ma perché ho davvero qualcosa da trasmettere ai ragazzi e alle nuove generazioni”.
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