Liliana Rocca è nata e cresciuta a Cagliari con la nonna mentre i genitori lavoravano a Roma. Si è sempre buttata a capofitto nel lavoro ma ha sentito spesso l’esigenza di cambiare attività per cimentarsi in qualcosa di nuovo e ritrovare energia ed entusiasmo.
All’età di 18 anni ha preso in gestione un bar e dopo due anni, conseguita la qualifica di dattilografa, ha lavorato nella cancelleria della Corte D’appello di Cagliari per poi passare allo sportello sport e spettacolo del comune. A 26 ha avuto il suo unico figlio, Mattia, nato dal primo matrimonio. Per dieci anni è stata impiegata come segretaria in uno studio dentistico. Chiusa anche questa esperienza lavorativa ha aperto e gestito per 13 anni un negozio di abbigliamento.
La passione artistica è sempre stata legata all’idea della scoperta ed è iniziata sin dalla tenera età: da bambina, già prima di frequentare le elementari, dedicava delle poesie a Cristoforo Colombo. Da adolescente si è cimentata nella pittura ad olio e regalava i suoi quadri. Alle scuole medie ha vinto il primo premio “Cagliari città pulita” indetto dal comune con l’immagine della Torre dell’Elefante sormontata da una gigantesca margherita. A 17 anni si disegnava i vestiti che la mamma le cuciva e confezionava. Dopo uno stop durato 30 anni, ha ripreso il filo della creatività e rimarrebbe ore in contemplazione della natura, fonte continua di ispirazione per le sue opere.
Non solo quadri ma anche alberi di natale, magliette, borse e segnalibro realizzati con particolari tessuti e pizzi.
Nel 2017 ha creato e registrato il marchio “Encanto”, una linea di magliette che ritraggono la margherita con cinque petali. Quattro rappresentano gli elementi, mentre il quinto l’Etere, ospita il nome. Encanto in spagnolo significa incantesimo, incanto, tesoro. Nel medioevo la margherita simboleggiava la lealtà, l’amore puro e Lilly l’ha voluta dedicare a suo figlio.
La creatività di Lilly
Pensava di non saper più prendere una matita in mano, dopo un’interruzione durata 30 anni, ma non era così. Il richiamo del colore era troppo forte e il riaprire le porte a quel mondo magico cui accedeva senza sforzo, non poteva più giacere inascoltato. Lo scrigno tenuto chiuso per tanto tempo celava immensi doni e si è rivelato un toccasana per guarire le ferite inferte dalla vita.
Guidata da qualcosa di divino veniva condotta in altre dimensioni dove solo lei aveva accesso e ancora oggi desidera condividere quelle emozioni con chi osserva le sue opere. Non erano più i pennelli ma le matite colorate laccate il tramite espressivo dell’amore sperimentato.
Una connessione ipnotica porta il colore a fluire: quello più acceso degrada armoniosamente espandendosi in tutte le forme in modo gentile, senza stacchi o interruzioni. Tutto viene accompagnato e sfumato verso un’omogeneità cromatica. In ogni disegno, che si tratti di un sole a forma di nautilus o dei simboli dell’amata terra di Sardegna come la pavoncella, i giganti o la pintadera, utilizza un massimo di cinque tonalità.
Ogni quadro è completato dalla luminosità e da un effetto anticato.
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