Sul Pianeta le temperature più alte dell’ultimo decennio
Si moltiplicano gli incendi, aumentano i periodi siccitosi, si sciolgono i ghiacci: sono alcuni sintomi di un Pianeta in sofferenza, deturpato e violentato nella sua bellezza.
Un declino non casuale, determinato dai comportamenti scellerati dell’uomo, improntati ad un uso indiscriminato delle risorse con l’unico obiettivo del profitto. Ce l’ha ricordato Luca Parmitano, astronauta italiano al comando dell’agenzia spaziale Europea, rientrato a febbraio scorso dalla seconda missione “Beyond” dove per 200 giorni ha osservato la Terra dal belvedere cosmico.
A oltre 400 chilometri di distanza ha rilevato una maggiore fragilità del nostro pianeta rispetto ai sei anni precedenti a causa dell’intervento dell’uomo.
In un lasso temporale così breve gli effetti sono evidenti ma perchè continuiamo a sottovalutarli e a non mettere rimedio?
La conferma arriva anche da alcuni ricercatori governativi della Nasa impegnati nello studio del riscaldamento globale generato soprattutto dalle emissioni di anidride carbonica e dai gas prodotti dai combustibili fossili. Le temperature del nostro Pianeta continuano ad aumentare: l’ultimo decennio, in particolare gli ultimi 5 anni, sono stati in assoluto i più caldi.
Il 2019 ha fatto registrare le maggiori anomalie dopo il record toccato nel 2016 quando El Niño, aveva determinato i cambiamenti di temperature nell’Oceano Pacifico equatoriale mutando gli schemi meteorologici in tutto il mondo.
Le temperature medie globali, rispetto al secolo scorso, sono cresciute di quasi un grado Celsius (1,8 gradi Fahrenheit).
“L’attività dell’uomo” sarebbe così invasiva da “calpestare l’atmosfera” secondo Gavin A. Schmidt, direttore del Goddard Institute for Space Studies e responsabile dell’analisi per la Nasa, intervistato di recente dal The New York Times.
Se si escludono il Canada centrale e la pianura settentrionale degli Stati Uniti, le due eccezioni, con le temperature più fredde della media, la maggior delle regioni prese in considerazione dalla ricerca, hanno mostrato un surriscaldamento estremo.
Tra le più colpite l’Australia, con temperature di 1,5 gradi Celsius (2,7 Fahrenheit) superiori alla media rispetto alla metà del ventesimo secolo. Il caldo eccessivo ha contribuito a seccare la vegetazione alimentando l’autocombustione e gli incendi.
In Alaska gli effetti del riscaldamento hanno portato allo scioglimento di migliaia di ghiacciai e allo scongelamento del terreno. Il mare di Bering, al largo della costa nord-occidentale dell’Alaska, è stato privo di ghiaccio per gran parte del 2019.
In Africa meridionale, il caldo ha generato la siccità più preoccupante degli ultimi decenni e questo sta incidendo sulla sussistenza delle popolazioni per la carenza di cibo in particolare in Zambia e in Zimbabwe dove la produzione di mais e di altri cereali è diminuita di circa il 30 per cento.
Mark
Settembre 10, 2022Thanks for your blog, nice to read. Do not stop.